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Novembre 8, 2018

Le crepe nel parabrezza potrebbero essere un problema comune, sebbene molti la credano una cosa rara. Nessun problema però, perché fermare la rottura definitiva è possibile, si devono perà seguire delle regole e dei passaggi precisi. Ad ogni modo, fermare la diffusione di una crepa non è una cosa impossibile, e una cosa molto positiva è che si può fare in maniera autonoma e semplice, l’importante è memorizzare bene tutti i passaggi.

Come fermare la rottura del parabrezza

L’obiettivo è dunque quello di impedire che le crepe diventino problemi più seri, che possono essere situazioni estremamente pericolose per la salute e tra le altre cose anche molto costose, in quanto riparare un vetro completo è molto oneroso. Per riuscire nell’impresa di fermare le crepe, bisogna prima di tutto essere in possesso dei seguenti strumenti:

  • Un panno pulito.
  • La colla.
  • Un asciugacapelli.

Come usare dunque tutti questi oggetti? Il primo passaggio è quello di pulire il parabrezza con il panno pulito. Fare molta attenzione, andare delicati per evitare di peggiorare la situazione della crepa, o addirittura rompere definitivamente il vetro del parabrezza.

Il secondo passaggio è quello di asciugare la zona rimasta umida dopo il lavaggio con l’asciugacapelli, in modo che non vi sia più alcuna traccia di umidità. Il passaggio successivo è quello di applicare la colla nella fessura creatasi con la crepa. Passarla in tutta la crepa in maniera uniforme. Per fare un lavoro ad hoc, in commercio si trovano dei kit appositi, i quali contengono già la colla che è specifica per la riparazione delle crepe sul parabrezza. Prima di passare alla fase successiva, ci si deve accertare che la colla entri all’interno della fessura il più profondamente possibile.

A questo punto non resta che usare un nuovo panno pulito, con questo eliminare la colla in eccesso. Per concludere si dovrà attendere che la colla asciughi, il tempo necessario può variare da un’ora in su. Una volta accertato che la colla si sia completamente asciugata, potrete passare al lavaggio del vetro.

Novembre 8, 2018

Molti automobilisti a caccia di informazioni inerenti al mondo dell’auto possono contare su un portale molto ricco di informazioni: il portale dell’automobilista. Grazie a questa piattaforma, si potrà avere accesso non solo a tantissime informazioni, ma anche poter usufruire di molti servizi interessanti. Come fare per poter utilizzare appieno questo importantissimo e utile strumento?

Molto semplice, basterà registrarsi. Nel nostro articolo vi spiegheremo come fare per iscriversi al portale dell’automobilista, in modo da poter gestire completamente tutto quello che può riguardare la propria auto.

Come ci si iscrive al portale dell’automobilista?

Entriamo nello specifico e vediamo come fare per accedere al portale dell’automobilista, più precisamente come fare per potersi iscrivere.

Per potersi registrare al Portale dell’Automobilista basterà recarsi sul sito, e compilare un form dove dovranno essere indicati tutti i dati anagrafici personali e completarlo con tutte le informazioni che il sistema richiede durante il processo di registrazione. Per ricevere le notifiche delle operazioni che si faranno una volta registrati, sarà necessario fornire un indirizzo mail valido.

Quali sono i servizi a cui si può accedere dopo aver effettuato la registrazione sul Portale dell’automobilista? Ecco quello che sarà possibile fare:

  • Pagamento di tutte le pratiche inerenti alla vettura direttamente online, ad esempio procedere con il pagamento dei bollettini relativi alle pratiche auto.
  • Altro servizio molto utile e molto richiesto dalle persone, è quello della consultazione dei dati della propria patente. Sarà possibile verificare in tempo reale quanti punti ci sono sulla patente e come fare per duplicare la stessa in caso di furto oppure di smarrimento.
  • Il servizio di consultazione dati del veicolo: utilizzando il portale dell’automobilista, sarà possibile verificare tutte le informazioni sul proprio veicolo, come ad esempio la scadenza della revisione. Non solo, si potranno avere informazioni in merito alla duplicazione della carta di circolazione in caso di smarrimento.

Inoltre, esiste una sezione apposita in cui consultare in autonomia se un’automobile oppure una moto, sia o meno immatricolata in Italia, e se risulta in regola con i pagamenti assicurativi della RCA. Per verificare se la propria auto sia in regola o meno, basterà mettere il numero di targa ove richiesto e si potrà sapere in tempo reale tale informazione.

Novembre 8, 2018

Il problema dell’inquinamento è qualcosa che da anni crea problemi in molte città. Da tempo si cercano molte soluzioni, e uno tra gli allestimenti che creano maggiori emissioni nocive è il diesel. Questo ha portato alla decisione di bloccare la circolazione alle auto che vanno a diesel, con delle particolari regolamentazioni che varieranno di anno in anno. Andiamo a vedere nello specifico di cosa parliamo.

Stop ai motori diesel: come funziona

Per effetto dell’introduzione delle nuove norme europee RDE (Real Driving Emissions), vi sarà una vera e propria stretta in merito ai motori diesel. Il progetto è di arrivare a quello che è un vero e proprio blocco a patire dal 2020.  Tali normative, stabiliscono nello specifico che dallo scarico di queste auto (ma anche di quelle che sono alimentate a benzina a iniezione diretta), non deve uscire il particolato, che oltre ad essere fortemente inquinante rappresenta anche un elemento molto dannoso per la salute.

Per arrivare a capire come sia il livello d’inquinamento e quelle che sono le emissioni, si faranno negli anni delle rilevazioni, e per realizzare un quadro più preciso della situazione il traffico di queste auto sarà regolamentato e monitorato. Vediamo come funziona l’esperimento che in Italia è cominciato in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna a partire dal 1° ottobre con termine 31 marzo 2019.

Stop al diesel al Nord Italia

Da quest’anno, per quanto riguarda il divieto di circolazione nei giorni feriali, sono inibiti al traffico i veicoli diesel Euro 3 (anche quelli diesel Euro 0, diesel Euro 1 e diesel Euro 2), senza tenere conto dei livelli di emissioni inquinanti.

Dal lunedì al venerdì il blocco è attivo dalle ore 7,30 alle ore 19,30, esclusi i veicoli che hanno speciali deroghe. Il blocco vale per le categorie N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel, la cui categoria sia inferiore o uguale ad Euro 3.

Cosa accadrà in futuro non è ancora molto chiaro, sebbene siano molti coloro che sostengono un graduale processo verso la totale eliminazione dell’alimentazione diesel a favore di carburanti meno dannosi per l’ambiente e per la salute delle persone.

Novembre 5, 2018

Il 2019 è in arrivo, e tra le novità che ci sono vi è quella relativa alla revisione auto e moto. Non è tanto un insieme di piccole novità, quanto una sola ma di spessore. Tale novità va ad essere una soluzione definitiva ad un problema annoso e che spesso portava l’automobilista ad essere truffato quando andava ad acquistare un’auto usata: la manomissione del contachilometri. La novità inerente alla revisione infatti, va ad inserire l’indicazione dei chilometri. Vediamo di cosa si tratta nello specifico.

Revisione auto e moto 2019: i chilometri reali

Quando si procede con la revisione, chi si occuperà del controllo sulla vettura dovrà consegnare alla fine un certificato di revisione, che dovrà contenere una serie d’informazioni importanti.  Ecco quali sono:

  • Numero identificativo del veicolo.
  • Targa del veicolo.
  • La categoria del veicolo.
  • La lettera che contraddistingue il Paese UE dove è avvenuta l’immatricolazione del veicolo.
  • Il numero dei chilometri percorsi al momento della revisione.

Tra le informazioni importanti che si potranno recuperare dal certificato di revisione, vi sono anche quelle relative a chi l’ha effettuata, e quando dovrà avvenire la successiva. L’importanza che assume l’indicazione dei chilometri è enorme, perché essendo un’informazione consultabile pubblicamente, chi va ad acquistare una vettura usata potrà contare sul certificato di revisione per avere dati certi sulle condizioni generali del veicolo. I dati vengono inoltrati e registrati sia presso la Motorizzazione Civile del comune in cui è stata effettuata la revisione che presso il Ministero dei Trasporti.

Revisione auto e moto 2019: niente più alterazioni

È chiaro che tale sistema impedisce ai furbetti del contachilometri di alterare i dati del veicolo, quindi non potranno più rivendere auto come più nuove se hanno fatto moltissimi chilometri. Inoltre, sarà più facile avere chiara la situazione generale del parco macchine che circolano all’interno delle città, e monitorare chi svolge il lavoro di revisione.

Questa normativa, che prevede di riempire dei fogli alla fine della revisione, può sembrare un’aggiunta che rallenta il lavoro di chi lo svolge, ma è invece qualcosa di importante. Qualcosa che va a salvaguardare l’automobilista e gli operatori che da sempre lavorano onestamente. I costi al momento rimangono quelli standard della revisione, che a seconda della zona e in base alle scelte del singolo operatore, in media variano da una cifra minima di 60 euro fino ad un massimo di 90 euro.

Ancora si dovrà capire se le aziende che si occupano di revisioni, applicheranno maggiorazioni per la perdita di tempo ulteriore che subiscono per riempire la certificazione. Tutti i costi sopracitati non sono a carico dell’automobilista qualora egli non sia effettivamente proprietario del mezzo, perché possessore del veicolo con contratto di noleggio a lungo termine. In questo caso i costi della revisione saranno coperti dall’agenzia di noleggio auto con la quale si è sottoscritto il contratto.

Novembre 5, 2018

Il periodo dal 6 all’11 novembre (dall’8 novembre per il pubblico) vede in scena l’EICMA presso il padiglione di RHO fiera. Trattasi di una fiera che riguarda cicli e motocicli, che in questo anno prevede la presenza di molti prodotti caratterizzati dal fatto di essere elettrici. Questo sia per quanto riguarda il settore della bicicletta, sia per quanto riguarda il settore dei ciclomotori.

EICMA 2018: ecco cosa aspettarsi

Quando si parla di ciclomotori elettrici, ad oggi viene subito fuori quello che è un vero gioiello del settore, che si rifà al classico presentandosi però moderno ed ecosostenibile. Parliamo ovviamente della vespa elettrica, che è arrivata sul mercato da poco tempo, nonostante la sua presentazione sia stata fatta circa un anno fa. È probabile che alla fiera sia possibile provarla, o quantomeno salirci sopra. Il prezzo è al momento abbastanza elevato (6.390 euro), ma rimane un must che alla fine vale il prezzo da pagare.

Una cosa che sorprenderà e che sarà mostrata alla fiera, è un’Harley Davidson in versione elettrica. Sul mercato non sarà presente fino al 2019, ma si conta che alla fiera sia fisicamente presente, non tanto per poterla provare, ma quanto per sentire l’ebrezza di essere seduti su questo prodotto tecnologicamente andato oltre le più rosee aspettative.

È la prima volta che nel nostro continente arriva in visione la versione lonex di quelli che sono gli scooter elettrici taiwanesi Kymco. Ricordiamo che parliamo dei primi in assoluto ad aver adottato le batterie “a perdere”, da lasciare in contenitori pubblici quando si scaricano e da sostituire con altre cariche che si possono recuperare dagli stessi distributori.

Altro prodotto che proviene dall’Asia è Niu, che sarà presente a Rho con due modelli. Come sappiamo, al momento Niu rappresenta un eccellente firma del valore di quello che è il principale costruttore mondiale di scooter elettrici. Parliamo di  M+ e N-GT. Il primo possiede un motore da 1,2 kW con velocità limitata secondo quanto disposto dalla legge, che è fissato a 45 km/h. Il secondo, con motore Bosch da 3 kW, arriva fino a 70 km/h con un’autonomia che permette di percorrere fino a 130 km.

Alla fiera non mancheranno altri nomi altisonanti con i loro prodotti di punta, che sono KTM, Antic e Art Vector. Tra le sorprese che ci si aspettano alla fiera EICMA, anche se non vi sono conferme, è di veder spuntare la versione elettrica della classica Cagiva. Infine, un’altra azienda presente alla fiera sarà Energica, che se confermerà quanto già ci dicono i rumor, presenterà uno dei suoi punti forti: la MotoE.

Ottobre 20, 2018

La domanda se i carburanti additivati convengano o meno, è da porsi sulla base delle prestazioni più che sul discorso prezzi. Infatti, tali carburanti hanno un costo maggior rispetto a quelli classici. Dunque, la domanda che si pongono gli automobilisti, è se sia il caso di spendere di più per un carburante rispetto ad un altro. Nel nostro articolo analizzeremo la questione basandosi su uno dei carburanti classici sul quale queste differenze si vedono in modo molto lampante, ovvero il gasolio.

Carburanti additivati: convengono davvero?

Dunque, tra i carburanti in circolazione, il diesel è quello che alle pompe di benzina mostra la possibilità di avere la versione diesel + o blu diesel. Per capire se rispetto al gasolio classico ci sono delle reali differenze, dobbiamo andare ad analizzare il mercato, ovvero capire dalle recensioni e dai commenti degli utenti sul web dopo averlo provato se vi sono delle diversità sostanziali.

Premettendo che vi sono degli automobilisti che non sono convinti che tutti i distributori utilizzano lo stesso carburante additivato (molti pensano che alcuni benzinai lo abbiano meno additivato rispetto ad altre stazioni di servizio). A dare forza a questa loro teoria, vi sarebbero delle prove effettuate in varie stazioni di servizio in città diverse, osservando le reazioni della vettura. È chiaro che in questo caso la domanda avrebbe una risposta negativa.

Se ci basiamo invece sul principio dei carburanti additivati, dando per scontato che le stazioni di servizio li forniscano come devo essere, dobbiamo dire che le differenze sono notevoli. Sembra che tra le varie differenze che ci sono utilizzando i carburanti additivati, vi è il fatto che la macchina ottiene molta più ripresa. Non solo, vi è anche il fatto che si possono sfruttare al meglio i giri bassi. Il diesel normale non potrebbe mai arrivare a questo.

Infine, un vantaggio notevole è quello relativo ai consumi, ovvero con il carburante additivato l’auto guadagna un bel risparmio ad ogni litro. Chiaramente questo varia in base al tipo di macchina, ma rimane sempre più performante del diesel normale.

Ottobre 20, 2018

Gli iniettori sono una componente fondamentale all’interno della vettura, infatti consentono il passaggio della quantità di benzina necessaria al motore, permettendone un corretto funzionamento. Essendo che a causa delle impurità presenti nel carburante (soprattutto nel gasolio) gli iniettori possono sporcarsi, è necessario procedere con la loro pulizia, per evitare che vengano compromesse le performance del motore e di conseguenza i consumi della vettura.

Con il nostro articolo, dopo aver compreso perché sia importante pulirli, andremo a vedere quando sia il momento migliore per effettuare tale pulizia.

Pulizia degli iniettori: quando va fatta?

Non vi è un momento preciso per dover intervenire, ma quando si presentano determinate problematiche facilmente riconoscibili. Diciamo che in linea di massima ogni 20/25 mila chilometri potrebbe essere il momento ideale per procedere con la pulizia degli iniettori.

Ecco quali sono le cose che possono dirci che è arrivato il momento di procedere con la pulizia degli iniettori:

  • Il primo è dettato da un insolito e più elevato aumento dei consumi di carburante.
  • Un altro campanello d’allarme è quando si veridica un’emissione di gas di scarico nero.
  • Una diminuzione delle prestazioni del motore è un elemento che ci dice che qualcosa non va come dovrebbe.
  • La vettura ha delle difficoltà nell’avviamento del motore
  • Quando la macchina è a numero di giri ridotto, ovvero quando si dice che il motore è al minimo, la vettura si spegne.

Se si verifica uno o più di questi problemi, è bene recarsi il prima possibile dal proprio meccanico di fiducia, in modo che possa dirci se sia il caso di sostituite immediatamente gli iniettori. Oltre che ad accrescere le problematiche sopra citate, tardare ad intervenire potrebbe portare a problemi ben più gravi. La cura della propria auto permette di far si che essa duri più a lungo.

Ottobre 20, 2018

La pulizia degli iniettori è una pratica abbastanza comune nelle vetture moderne, e per i meccanici è divenuta oramai un’operazione di ordinaria amministrazione. Il discorso della pulizia degli iniettori, è importante per un aspetto non da poco, il costo è meno oneroso se si fa una corretta manutenzione, piuttosto che essere costretti a sostituirli se si trascurano (allora si parlerebbe di costi piuttosto alti).

Nello specifico di che costi stiamo parlando? Con il nostro articolo entreremo nel dettaglio di questo tipo di intervento, andando a scoprire a quanto ammonta la spesa per procedere con la pulizia degli iniettori.

Pulizia degli iniettori: quanto costa?

La cosa buona di essere in tempo, avendo la possibilità di tenerli puliti senza trovarsi a doverli sostituire, permette di sostenere un costo meno elevato. Chiaramente non possiamo definire una cifra precisa, perché le operazioni possono variare sulla base di diversi aspetti. I principali sono il tipo di vettura, e di conseguenza anche il tipo di iniettore.

Quando ci rechiamo dal meccanico, ed esso attraverso i suoi test valutasse che si devono pulire gli iniettori, vi potrà dire in linea di massima quando andrete a spendere, in modo da potervi regolare. Ma come funziona la revisione di queste componenti?

Un modo efficace per pulire gli iniettori, con una spesa decisamente più ridotta di un intervento dal meccanico, è quella del fai da te con degli additivi. Il costo in pratica sarebbe di circa 20€ per 1 litro di additivo per pulizia iniettori.

Pulizia degli iniettori: le modalità

La pulizia degli iniettori non è una procedura complessa. I meccanici, per fare questo di solito prima di tutto effettuano dei test su ogni iniettore. Con questo sistema essi potranno valutare come resistono, e se al loro interno vi fossero eventuali perdite. Nella maggior parte dei casi, gli iniettori vengono semplicemente puliti, e non è necessario fare altro. Se invece i problemi dovessero diversi, sia la procedura d’intervento che il costo dello stesso, potrebbe variare sensibilmente.

Ottobre 20, 2018

La differenza tra Diesel e BluDiesel è evidente in vari aspetti, e nel nostro articolo di oggi andremo a vedere quali sono nello specifico tutti i punti in cui essi differiscono. Non parliamo solo di prestazioni in sé e per sé, ma anche di come vengono prodotti e dell’impatto che hanno sull’ambiente circostante. Oramai anche il BluDiesel sta divenendo un carburante diffuso, e quasi tutte le stazioni di servizio che forniscono il gasolio normale presentano anche una pompa che eroga Blu Diesel.

Che differenza c’è tra Diesel e BluDiesel?

Il diesel è un tipo di carburante che rimane meno costoso della benzina, ma che rispetto ad essa non offre le stesse prestazioni in termini pratici. L’auto ha meno ripresa ed è quindi meno scattante, e il fatto che comunque sia una scelta molto ricorrente è per il fatto che rispetto alla benzina normale consuma meno e quindi, con un pieno, si riesce a fare molta più strada rispetti ad un pieno di super.

Il BluDiesel è quel tipo di carburante che offre tutti i vantaggi del diesel di cui sopra, ma eliminando i problemi a riguardo delle prestazioni. Infatti, con il BluDiesel la vettura avrà più ripresa e sarà più scattante. Non solo, uno dei veri punti di forza del BlueDiesel è che risulta un carburante molto più pulito, quindi non sporca il motore. Questo fa chiaramente capire come il motore avrà una lunga vita se si alimenta la vettura con questo tipo di carburante.

Vi sono alcune stazioni di servizio che offrono tale carburante con degli additivi, i quali hanno la funzione di pulire le varie parti durante la marcia. Questo fa diminuire il rischio di malfunzionamenti o altri problemi alla vettura, che sono di solito dovuti all’eccessivo affaticamento delle componenti meccaniche. Come ultima cosa, c’è da dire che con un pieno di BluDiesel si riesce a fare qualche chilometro in più.

Ottobre 17, 2018

La batteria auto si scarica, è un evento che nella vita capita a tutti gli automobilisti almeno una volta. Quali sono le ragioni che portano la batteria a scaricarsi? Possono essere diverse, ma ve ne sono alcune molto più comune di altre. Nel nostro articolo andremo a vedere quali sono le motivazioni più classiche per le quali ci si trova con la batteria a terra.

I problemi più comuni che possono scaricare la batteria dell’auto

Abbiamo detto che tra le cause per cui la batteria ci lascia a piedi, ve ne son alcune abbastanza frequenti, ecco quali sono:

  • Avete lasciato i fari accesi: una delle cause più comuni (oggi spesso evitata dagli alert sonori che le nuove auto emettono), è quella di dimenticare i fari accesi quando fermiamo l’auto. Dopo qualche ora, la batteria si scaricherà, e sarà necessario ricaricarla per poter ripartire.
  • Auto ferma in garage per diversi giorni: se per oltre una settimana non dovessimo usare l’auto, il rischio è che la batteria si scarichi, a causa di scariche elettriche che possono verificarsi anche se l’auto è ferma. Se sappiamo di non dover usare la macchina per qualche giorno, il consiglio è di staccare la batteria dai contatti.
  • Sbalzi termici: un’auto sottoposta a sbalzi termici notevoli, soprattutto nelle temperature rigide dell’inverno, vedrà nella batteria il problema più grande. Spesso con l’arrivo del primo freddo intenso invernale, le batterie subiscono un colpo notevole, a volte basta ricaricarle, a volte non sono più recuperabili e vanno sostituite.
  • Usura della batteria: se non si cambia la batteria da più di 4 anni, si tratta semplicemente di usura. La batteria ha fatto il suo corso e dovrà essere cambiata.
  • Sovraccarico: se si utilizzano dispositivi come climatizzatore, più prese USB per caricare dispositivi portatili, l’autoradio, il tutto a motore spento, la batteria si troverà a fare un lavoro più peso di quanto essa sia in grado di sopportare, e si scaricherà velocemente.

La batteria non è eterna, cercate di averne più cura possibile in modo da farla durare più a lungo.

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