Hi, How Can We Help You?
  • Telefono: +39 06 400 494 90
  • Email: info@nolosubito.it
Ottobre 17, 2018

Spesso quando si parla di auto e componenti, vengono fuori delle informazioni legate a particolari elementi che magari sono sconosciuti ai meno patiti delle macchine. Tra questi elementi vi sono quelli legati agli ottani della benzina, che alcuni sanno esattamente cosa sono e risultano preparatissimi sull’argomento, altri leggendo queste righe avranno un punto interrogativo sopra la loro testa. Nel nostro articolo andremo a spiegare di cosa parliamo quando ci riferiamo agli ottani.

Cosa sono gli ottani della benzina?

Gli ottani rappresentano l’unità di misura con la quale si indica il potere antidetonante del carburante. Nello specifico vuol dire un minor rischio di inneschi per la compressione dal pistone, quindi che per accendersi sia necessaria la scintilla delle candele. Normalmente, il carburante che si trova in commercio ha un valore di ottani pari a 95, ma la scala di valori va da 0 a oltre 100. Sebbene 95 come abbiamo visto sia il valore diciamo standard, alcune compagnie petrolifere propongono carburanti con un maggior numero di ottani, ovvero che rientrano in un range tra  98 e 101.

Quale differenza c’è tra un valore e l’altro? Più elevato è il numero di ottani nel carburante, più elevato sarà il potere antidetonante dello stesso, ciò di cui abbiamo parlato all’inizio del paragrafo. Insomma, per un guidatore medio che si limita a guidare la vettura, e che per i controlli e riparazioni si rivolge a esperti del settore, non sarà un dato fondamentale. Per coloro che invece sono super amanti delle macchine, e dedicano ogni possibile tocco in più alla propria auto, sarà fondamentale conoscere chi propone carburante con maggiori ottani, per poter usufruire di un fluido più performante.

Nonostante la scala di valori parta da 0, abbiamo potuto constatare che un valore accettabile inizia da almeno 95, mentre un valore d’eccellenza si ha superati i 100 ottani. A questo punto non vi resta che informarvi, e scoprire quali sono le stazioni di servizio nella vostra città che propongono carburanti con il maggior numero di ottani.

Ottobre 17, 2018

Una delle domande più frequenti dalla sua comparsa sul mercato, è cosa rende diverso il biodiesel dal diesel classico che tutti noi conosciamo. Nel nostro articolo entreremo nel dettaglio per scoprire quali sono le differenze che ci sono tra questi due prodotti.

Qual è la differenza tra diesel e biodiesel?

Sia il diesel che il biodiesel possono svolgere la stessa funzione, ovvero alimentare mezzi che sono ad allestimento diesel, auto, camion, trattori e così via. La differenza sostanziale tra i due tipi di alimentazione è la fonte dalla quale provengono: il diesel viene dal petrolio, mentre il biodiesel è estratto da oli vegetali, oli di semi e animali. Una delle differenze invece pratiche è nella disponibilità. Se il diesel è facilmente reperibile in quanto presente in tutte le stazioni di servizio, il biodiesel è un prodotto che invece risulta piuttosto raro da trovare, in quanto poche stazioni di servizio ne sono fornite.

Una differenza importante che va fatta notare è quella dell’impatto sull’ambiente. Il diesel è una fonte non rinnovabile, che emette elevati livelli di sostanze come la fuliggine e l’azoto, che sono causa di un tasso d’inquinamento molto alto. Il biodiesel invece, oltre ad essere un’interessante fonte di tipo rinnovabile, possiede delle emissioni di inquinanti che sono molto marginali per quanto riguarda il livello dell’inquinamento dell’aria.

È chiaro che tra i due elementi il biodiesel sia quello più vantaggioso per diversi motivi, e che vale la pena fare quelle poche modifiche alla vettura in modo che si possa utilizzare il biodiesel senza problemi e senza subire danni al motore. Il problema è che se si vuole essere virtuosi e utilizzare solo quello, si dovrà trovare nella propria città il distributore che lo fornisce, e fare rifornimento sempre prima di trovarsi ad essere in riserva, e in zone dove questo tipo di rifornimento sia introvabile.

Ottobre 17, 2018

Sono molto noti al giorno d’oggi, sistemi con i quali alcuni gestori di carburante truffano gli automobilisti. Ve ne sono almeno 3 o 4 conosciuti, uno di quelli più famosi è quello della benzina allungata con acqua, sistema che negli anni passati ha visto un vero e proprio boom che ha portato alla chiusura da parte delle autorità di moltissime stazioni di servizio su tutto il territorio nazionale. L’abitudine è ancora in voga oggi? Per dare una risposta a questa domanda si deve osservare quello che si dice tra gli automobilisti.

Benzina allungata con acqua: una pratica ancora in voga tra i distributori?

Stando a quanto si dice sul web, osservando diversi siti dedicati alle auto e frequentati da molti automobilisti, tra le possibili truffe che vi possono essere alle stazioni di servizio di gestori ‘furbetti’, la meno frequente al giorno d’oggi è proprio quella della benzina allungata con acqua.

Vi sono sistemi più particolarmente ricercati, che possono fruttare anche 4.000 euro al mese, e che non necessitano di adulterazioni del carburante, che possono essere facilmente riconoscibili ad un controllo dei fluidi. Il sistema prevede la manomissione delle pompe, che erogheranno un 3 – 4 per cento in meno di carburante ogni 100 litri, garantendosi un introito maggiore di quanto hanno erogato.

Questo sembra essere uno dei più praticati, e quello che a tutti gli effetti ha preso il posto dell’adulterazione del carburante con l’acqua. Purtroppo, l’automobilista non sarà in grado di rendersi conto di queste modifiche, e non può far altro che sperare di trovare sempre stazioni di servizio che non utilizzino sistemi non convenzionali. Inoltre, che vengano spesso fatti controlli a campione su ogni stazione di servizio presente nelle città, su campo nazionale, per scovare sempre i furbetti che cercano di truffare gli automobilisti con sistemi illegali.

Ottobre 9, 2018

Il liquido dei freni è una componente importante per il funzionamento degli stessi, e quindi, per la sicurezza di chi si trova all’interno dell’abitacolo. Esso infatti è quello che permette il regolare funzionamento dei freni, ovvero che assicura il giusto funzionamento con il quale premendo il pedale del freno il sistema frenante produce l’arresto delle ruote. Dunque, fra tutte le componenti che dopo un certo periodo non garantiscono più la loro efficienza, anche il liquido dei freni necessita di essere cambiato.

Quando va cambiato il liquido dei freni?

Dopo aver compreso quale sia l’importanza di questo elemento per la vettura, bisogna capire quando esso raggiunga un momento in cui non può più essere sufficientemente performante. Quando si acquista l’auto, gli stessi produttori indicano come momento standard un periodo di 2 anni. Non si parla però solo di anni, infatti, vi sono molti costruttori che a prescindere dalle tempistiche temporali indicano un numero di chilometri massimo oltre il quale non si deve proseguire senza cambiare l’olio dei freni.

L’intervallo chilometrico va dai 40.000 agli 80.000 km, che chiaramente rappresenta un range piuttosto ampio, nel quale starà anche alla coscienza del proprietario del veicolo decidere quando intervenire con il cambio del liquido dei freni (prima lo si fa meglio sarà).
I meccanici sono invece quelli che hanno pareri discordanti sulle tempistiche di sostituzione, e spesso non si trovano d’accordo nemmeno tra di loro.

Rimane il fatto che starà al proprietario fare le proprie valutazioni, tenendo presente comunque che 2 anni o un range tra 40.000 e 80.000 chilometri rappresentano tempistiche valide per intervenire nella sostituzione del liquido dei freni. La sicurezza personale e donare longevità alla vettura sono elementi essenziali per essere considerati dei buoni automobilisti, in quanto trattandosi di qualcosa di meccanico, ogni componente è importante nell’intero sistema della vettura.

Consigliarsi con il proprio meccanico può comunque essere una strada buona da seguire, quindi cambiare il liquido dei freni quando lui ci consiglia di farlo è il momento ideale.

Ottobre 9, 2018

Parliamo di qualcosa che risulta fondamentale nei motori a benzina, in quanto in essi il carburante viene convertito in calore oppure in alternativa in energia chimica, e il liquido di raffreddamento (che fa parte di un sistema di raffreddamento) serve a disperdere questo calore.

Dunque, si evince che il compito principale di questo sistema e quindi l’opera in sé svolta dal liquido di raffreddamento, sia quella di evitare che il motore dell’auto arrivi a surriscaldarsi. Non solo questo, il sistema di raffreddamento è studiato affinché la temperatura all’interno del motore non subisca sbalzi, quindi che all’interno essa venga mantenuta costante. Se il motore è troppo caldo si rischia che subisca danni, mentre se è troppo freddo, oltre ad essere meno efficiente produce emissioni nocive che danneggiano l’ambiente.

Liquido di raffreddamento: a cosa serve

Le auto ha trasmissione automatizzata hanno il liquido di raffreddamento posizionato nel radiatore. Tale liquido deve senza dubbio possedere un basso punto di congelamento, con la capacità di essere perfetto per assorbire il calore che la vettura produce all’interno del motore. Anche l’acqua gioca un ruolo fondamentale, ed essendo di natura ad una temperatura troppo elevata per ghiacciarsi e troppo bassa per poter andare in ebollizione, così semplicemente i due liquidi non possono essere utilizzati nei motori delle auto.

La composizione del liquido impiegato infatti, è un misto di acqua e antigelo, quest’ultimo ne migliora i punti di ebollizione e i punti di congelamento.

Come funziona il liquido di raffreddamento

Quando viene aggiunto l’antigelo all’acqua, vengono migliorate le capacità sia nel caso di ebollizione che di raffreddamento, grazie al fatto che l’antigelo contiene particolari additivi.

La pompa dell’acqua è regolata da una cinghia collegata al motore, la quale serve a fare in modo che il liquido circoli sempre quando il motore è in funzione. La pompa trasmette il liquido nella parte esterna, così esso verrà aspirato in continuazione.

Dunque, abbiamo visto che il liquido di raffreddamento è una componente importante per le auto, senza la quale accadrebbero spiacevoli conseguenze. Il motore non può fare a meno di questo liquido di raffreddamento, che grazie alle sue prerogative permetterà al motore di essere sempre efficiente, senza mai giungere a temperature né troppo calde, né troppo fredde, tenendo lontane problematiche che sarebbero decisamente spiacevoli.

Ottobre 9, 2018

Non sappiamo se si tratta di un luogo comune, di una leggenda metropolitana, oppure di una verità consolidata, ma si sostiene da sempre che in marcia la batteria delle auto si ricarica da sola. Diciamo che non vi è una vera risposta esatta, in quanto c’è del vero, ma non si può considerare in senso assoluto la notizia come una verità assodata. Entriamo nel dettaglio per capire qualcosa di più.

Come si ricarica la batteria dell’auto?

Parlando con gli esperti, si potrà scoprire molto in termini di batteria e del suo funzionamento, e come funziona l’alternatore, che è l’elemento con il quale la batteria si ricarica durante la fase di movimento. Se la batteria è buona, la misura con il tester dovrebbe dare un risultato da 11.5 a 12.5 volt.

L’alternatore al minimo potrà  scaturire circa 13.5 volt, mentre con il motore su di giri può giungere fino a 14/14.5 volt, cosa che non va assolutamente bene. Meglio dunque non esagerare, e fare un giro in macchina di non più di 5 minuti. Tenete presente che se la batteria è in corto, tutto questo lavoro sarà praticamente inutile. Riassumendo diciamo che:

  • Con la macchina al minimo l’alternatore lavora a 13 volt circa.
  • Con la macchina a 3000 giri l’alternatore lavora a circa 14.5 volt.

Facendo le dovute considerazioni, la vecchia teoria che si basa sulla ricarica della batteria in movimento non è applicabile in caso di scaricamento parziale della batteria, in quanto come abbiamo potuto vedere, i volt a cui viene sottoposta sarebbero troppo elevati. Se la batteria non è più performante, si può procedere con la tecnica dei 5 minuti come soluzione momentanea, ma poi si dovrà procedere con la ricarica della stessa in maniera alternativa o con la sua eventuale sostituzione.

Ottobre 9, 2018

La gomma forata è uno degli incubi maggiori di un automobilista, fermarsi per strada, dover prendere l’attrezzatura e con l’”olio di gomito” mettersi lì a cambiare la gomma. Esiste una strada più semplice è vero, che è quella di chiamare il carro attrezzi, ma non è certamente la via più economica. In questo caso il Fai Da Te è la scelta più idonea, cambiare una ruota è facile e quindi si possono tranquillamente evitare soluzioni costose.

Come cambiare una gomma forata

Prima di entrare nei termini pratici della sostituzione della gomma, è bene fare un inventario delle cose che servono, e che si devono avere in auto per poter procedere con la sostituzione. Se non si hanno, non si potrà fare la procedura. Quindi, se ancora non avete avuto questo inconveniente, ricordatevi di equipaggiare la macchina di tutto quanto leggerete di seguito, per affrontare un’eventuale situazione di questo tipo.

Cosa si deve avere in auto:

  • Pettorina ad alta visibilità: senza questa non si potrà sostare sulla strada.
  • il triangolo: va posto a 50 metri dall’auto, sono circa 70 passi.
  • Il cric: attrezzo fondamentale per sollevare l’auto e cambiare la gomma.
  • La ruota di scorta

La procedura:

La prima cosa da fare quando si fora una gomma, è mettere le quattro frecce e individuare nei dintorni una zona di sosta ove potersi mettere, per essere in sicurezza e non essere di ostacolo alle altre auto in transito. A 50 metri dal veicolo, che sono circa 70 passi, si deve mettere il triangolo di emergenza, per avvisare che oltre questo elemento è presente un’auto ferma per un’avaria. Ricordatevi prima di scendere dall’auto di indossare la giacca catarifrangente.

A questo punto prendere il cric, sollevare la ruota che deve essere sostituita e svitare i bulloni. Una volta svitati tutti i bulloni, procedere  sfilando la ruota. Al suo posto ponete quella di scorta, e rimettete i bulloni riavvitandoli per bene, in modo che sia fissata in sicurezza. Sia quando li svitate, che quando li riavvitate, seguendo un andamento a X. Quando avrete fissato la ruota di scorta, con il cric riabbassate l’auto.

Ottobre 9, 2018

Può capitare che nel corso della vita dell’automobile, percorrendo un terreno accidentato, oppure entrando in contatto con qualche elemento lesivo come ad esempio un chiodo, che si finisca per bucare una gomma. Tra le varie opzioni per intervenire tempestivamente e risolvere magari momentaneamente il problema, c’è quella della schiuma. Nel nostro articolo andremo a vedere come si utilizza questo prodotto quando si deve riparare una gomma forata.

Come si usa la schiuma per riparare una ruota bucata?

Quando ci rendiamo conto di aver bucato la gomma, la prima cosa da fare è quella di cercare un luogo sicuro ove accostare con la macchina. Dopo aver individuato quale sia lo pneumatico danneggiato, è importante averlo posizionato in modo che la valvola di gonfiaggio dello stesso sia sulla parte superiore. A questo punto il secondo passaggio è individuare il punto di foratura, e togliere l’elemento che ne ha causato il danno.

A questo punto si lascia che lo pneumatico si sgonfi completamente, quando ciò sarà avvenuto, si prende la bomboletta e si agita bene prima dell’uso. Nel caso sia fredda, va scaldata un po’ tra le mani, perché la schiuma non va utilizzata a freddo. A questo punto, si inserisce la bocchetta della bombola con la schiuma nella filettatura della valvola, e tenuta in verticale si aziona fino a quando la gomma non sarà di nuovo gonfia (non interrompere l’azione fino a gonfiaggio avvenuto). Richiudere la valvola e partire il prima possibile, in questo modo aiuteremo l’azione della schiuma, che si distribuirà in maniera autonoma all’interno e farà da tappo nel punto di foratura.

Non fate sì che questo sia un rimedio definitivo, quindi non si deve circolare a lungo con questa gomma. Il consiglio è di portarla il prima possibile (meglio subito) al proprio gommista di fiducia, il quale saprà dirvi se è il caso di proseguire così ancora per un po’, oppure se sia il caso di cambiarla subito.

Ottobre 9, 2018

Molte persone si stanno domandando come mai la ruota di scorta, dopo essere stata sostituita per un certo periodo di tempo dal ruotino, ad oggi sta del tutto scomparendo nelle auto moderne. Sebbene se ne percepisca l’utilità in caso di foratura, non si percepiscono invece le motivazioni che hanno spinto le case automobilistiche a non inserirla più nelle nuove vetture. Nel nostro articolo andremo a vedere quali siano queste motivazioni.

Perché nelle auto moderne non c’è più il ruotino

L’analisi della motivazione della scomparsa del ruotino o della ruota di scorta, ci porta ad individuare una serie di punti chiave tutti altrettanto validi, che si possono riassumere in tre fondamentali:

Problema dei materiali e dell’attrezzatura: i prodotti in sé con cui le gomme auto sono realizzate e i costi di lavorazione associati in via successiva alla manifattura stessa delle gomme, incidono in maniera significativa sul costo finale dell’auto. Oltre alle ruote, non dimentichiamoci anche gli strumenti di ricambio. Considerate quindi, che alla fine dei conti, paghiamo per elementi che nel corso della vita della macchina non utilizzeremo quasi mai.

Lo spazio in macchina: una delle principali problematiche che si devono affrontare è quella legata allo spazio. Infatti, questi elementi che come abbiamo visto non hanno un utilizzo frequente, occupano uno spazio che potrebbe essere utilizzato in altro modo, per esempio ampliare il vano passeggeri o ancora meglio quello del portabagagli se si necessita di molto spazio in quanto spesso in viaggio.

Il consumo di carburante: Infine, il peso della ruota di scorta e dell’attrezzatura necessaria alla sua eventuale implementazione, incide a lungo andare in maniera significativa sul consumo del carburante. Consideriamo che in un veicolo di medie dimensioni, tutta l’attrezzatura per il cambio di una gomma forata e la presenza della ruota di scorta, portano un peso complessivo di circa 20 chilogrammi.

Dunque, la loro assenza dalla vettura, significa un risparmio di carburante dell’1 percento ad ogni rifornimento. A dirlo così sembra una cifra irrisoria, ma nel tempo è un costo che pesa.

Ottobre 9, 2018

Una delle domande frequenti che molti automobilisti si pongono, è quando sia necessario cambiare l’olio del servosterzo. Essendo una componente che è presente nell’auto da qualche anno a questa parte, non gode di un trascorso che permetta una routine classica come altri tipi di fluido, ad esempio l’olio motore. Inoltre, essendo localizzato in una zona estranea al passaggio di elementi contaminanti, ha una storia tutta a sé.

Quindi, quando sostituire l’olio del servosterzo? Entriamo nel dettaglio per saperne di più.

Quando cambiare l’olio del servo sterzo

L’olio del servosterzo è un tipo di fluido che non subisce la sporcizia della combustione, e non incamera grandi detriti perché in una zona non soggetta a contaminazione frequente. Dunque, si tratta di un liquido che tende di per sé a rimanere pulito. Di fatto, questo implica che non vi siano degli specifici elementi per stabilire un preciso lasso di tempo o un numero specifico di chilometri in cui esso vada sostituito.

Questo non significa che non vada cambiato affatto. Infatti, a lungo andare, al suo interno si possono depositare piccoli frammenti di plastica, gomma e smeriglio, i quali con gli anni finiranno per inquinarlo. Questo ci fa capire che, quando l’auto comincia a non essere proprio nuova, è bene ogni tanto far fare al meccanico un controllo di routine.

Se egli ritiene che vi siano i presupposti per la sostituzione, fatelo tempestivamente, in modo da evitare problematiche al funzionamento del servosterzo. Quest’ultimo elemento è spesso un campanello di allarme che, se non si sono fatti i controlli, ci dice che l’olio del servosterzo non è più al meglio delle sue prestazioni, e quindi necessita di essere cambiato.

A questo punto risulterà necessario recarsi dal proprio meccanico di fiducia e spiegargli quale problema si sia avvertito al funzionamento del servosterzo. Il meccanico verificherà le condizioni del liquido, e procederà con la sostituzione.

Chatta con noi
1
Hai bisogno di aiuto?
Ciao!
Come possiamo aiutarti?