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Settembre 30, 2015

Noleggio a Lungo Termine: #dieselgate

La polemica sul dieselgate è forte e nemmeno il mondo del noleggio a lungo termine è rimasto esente, allora bisogna capirne il motivo.

In questi giorni la polemica sul dieselgate è forte, quello che è successo al Volkswagen è qualcosa di particolarmente immenso che spaventa un pò tutti, nemmeno il mondo del noleggio a lungo termine è rimasto esente dal contraccolpo ed allora bisogna capirne il motivo e conoscere profondamente quel che si va a prospettare nel mondo del noleggio aziendale.

Per farlo riportiamo un testo apparso sul Il Giornale qualche giorno fa:

Sarebbero 20mila, circa il 5% della flotta complessiva relativa al noleggio a lungo termine, i veicoli diesel del Gruppo Volkswagen equipaggiati con il sowftare truccato.

Il calcolo è stato fatto da Aniasa, l’associazione che raggruppa le imprese dell’autonoleggio in Italia. «L’impatto – commenta il direttore Pietro Teofilatto – in questo momento si presenta tutto sommato ridotto e incentrato sul segmento D, quello delle automobili medio-grandi: il 28% del mercato, intorno a 115mila autoveicoli. Nelle flotte, comunque, l’alimentazione diesel è quella più importante, rappresentando l’80% del parco».

Nel noleggio, intanto, comincia a crescere la quota di vetture con omologazione Euro 6, quindi – incluso il Gruppo Volkswagen – in regola con le normative. «A oggi – spiega Teofilatto – l’8% della flotta è già Euro 6, quota che triplicherà l’anno prossimo, considerando il rapido turnover ».

Al «Volkswagengate» sono interessate tutte le aziende del noleggio, avendo in parco, o già assegnate, vetture oggetto dei controlli previsti. A essere coinvolti nella vicenda, come confermato da una nota di Wolfsburg, sono circa 5 milioni di veicoli a marchio Volkswagen, su 11 milioni totali del gruppo (che include i marchi Audi, Seat e Skoda). «Fatta la necessaria chiarezza – osserva il direttore di Aniasa – le aziende clienti interessate, quelle che hanno ordinato le auto per le flotte, saranno contattate immediatamente per la sistemazione delle centraline, presumibilmente a costo zero. Per quanto riguarda invece le attività di re-marketing a fine noleggio (la vendita, cioè, come usato delle auto uscite dalle flotte, ndr), riterrei possibile un leggero rallentamento nel brevissimo termine, ma senza ricadute sui valori una volta correttamente tarate».

Quello delle flotte aziendali è un settore trainante per il mercato italiano dell’auto. Nei periodi di crisi nera del settore, le flotte hanno sempre contribuito a contenere per quanto possibile la caduta a picco delle immatricolazioni. E anche nel momento in cui le vendite sono tornate positve, come sta accadendo, il noleggio non manca di dare il suo appoggio. Tra gennaio e agosto di quest’anno, infatti, l’incremento delle immatricolazioni del noleggio è stato pari al 18,2%, con un’incidenza sul totale del mercato pari al 22,1 per cento. Secondo i dati della Motorizzazione, il noleggio sia per il breve termine (+18,6%) sia per il lungo termine (+17,9%), segna oltre 36mila unità in più rispetto al 2014.

Se nei prossimi giorni uscissero altre sorprese sulle auto o marche coinvolte in questo o altri scandali, un impatto maggiore su questo comparto sarebbe inevitavile. Le imprese iscritte ad Aniasa hanno un peso non indifferente sull’economia italiana: 5,2 miliardi di fatturato, 689mila vetture in circolazione, 28mila tra lavoratori diretti e indiretti, 30mila officine di assistenza, entrate fiscali per 2 miliardi di euro.

«Siamo rimasti sorpresi per quanto è successo – commenta Teofilatto – visto che l’auto tedesca ha improntato le varie campagne con un’estrema attenzione alle emissioni. Le imprese associate ad Aniasa sono in attesa di conoscere i modelli interessati per poter organizzare repentinamente le attività di contatto con i fleet manager e ridurre al minimo i disagi. Ma il tutto deve avvenire in tempi brevissimi».

(fonte Il Giornale)

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