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Gennaio 9, 2015

Auto storiche: in Lombardia niente bollo

La Lombardia rivendica la sua autonomia sull’Italia e riconoscerà la volontà di mantenere l’esenzione dal bollo per tutti i mezzi con più di 20 anni.

Prima di Natale era arrivata la doccia gelata a tutti gli appassionati e possessori di auto e moto d’epoca: bolli anche per le vetture e le motociclette “vecchie”, aveva sentenziato Matteo Renzi e tutta l’”allegra brigata” del Governo.

Merito della loro legge di stabilità che, a dirla tutta, di stabilità sembrava e sembra crearne poca, in tutti i sensi.
La norma voluta dall’esecutivo e approvata dal Parlamento prevedeva che il trattamento agevolato valesse per i veicoli (auto, moto e anche furgoni) immatricolati per la prima volta almeno 30 anni prima, mentre fino al 2014 la cosa valeva anche per quelli da 20 a 30 anni.

Tutto “perduto”, veniva da dire e il primo ad alzare la voce era stato Roberto Loi, Presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, a dir poco infuriato.

Ma si sa che siamo in Italia e, per fortuna o sfortuna, quello che può sembrare bianco diventa di colpo nero e viceversa oppure si sfuma un po’ qua e un po là.

E succede anche che la Giunta regionale lombarda, a pochi giorni dalla manovra, stende un testo assieme a importanti rappresentanti del mondo del collezionismo, rivendicando la propria autonomia sul balzello dei bolli di circolazione. La Lombardia, in soldoni, riconosce in buona sostanza la volontà di mantenere l’esenzione allo stato attuale ovvero per tutti i mezzi con più di 20 anni.
La Lombardia manterrà le agevolazioni per i bolli per le auto con meno di 30 anni.

Per gli autoveicoli e i motoveicoli ultraventennali, ad uso non professionale, destinati esclusivamente al trasporto di persone, secondo le caratteristiche tecniche annotate nella carta di circolazione, in Lombardia sembra che sarà quindi previsto solo il pagamento della tassa automobilistica regionale di circolazione nelle seguenti misure fisse: 30,00 euro per gli autoveicoli e 20,00 per i motoveicoli. Saranno però esclusi dall’agevolazione i veicoli ad uso professionale, identificati sulla base della destinazione d’uso (es. trasporto cose o promiscuo) o dell’appartenenza ad una azienda.

Ora i collezionisti lombardi aspettano che il documento venga tradotto in una norma specifica da inserire nel Documento di Programmazione economia e finanziaria della Regione.

La legge che la Lombardia non sembra riconoscere, era stata voluta dal Governo per eliminare tutte quelle vetture “vecchie”, mantenute in vita non per collezionismo ma per un utilizzo quotidiano, risparmiando così il bollo di una vettura moderna. Se anche così fosse, ci verrebbe da chiedere se il numero di vetture over 20 in circolazione ogni “santo giorno” sia così consistente o se la mossa di chi ci governa sia stata spinta da altri interessi o motivi.

Per mostrare comunque il pugno di ferro, la precisa volontà di combattere i “furbetti” e prevenire future critiche, l’assessore lombardo ai Tributi, Massimo Garavaglia ha affermato: «Manteniamo le esenzioni per i veicoli storici certificati e iscritti a norma dell’art. 60 del Codice della strada ai registri Asi, Fmi, Alfa, Lancia e Fiat – ha dichiarato l’assessore – tuttavia, a breve, introdurremo con una delibera di giunta alcuni punti saldi. Tra questi l’idea che l’auto storica dai 20 ai 30 anni debba essere una seconda vettura e non un’auto da uso quotidiano. E, ancora, il veicolo dovrà avere caratteristiche adeguate di conservazione e di valenza quale parte di un patrimonio storico e culturale riconducibile ad un certo pregio».

Allora due domande sorgono spontanee. Come si fa a dimostrare l’uso quotidiano o meno? Chi ci governa sa che quelle che loro chiamano “caratteristiche adeguate di conservazione” sono già richieste per l’iscrizione ai registri?

Come può essere che ci si accanisca sempre con i più deboli? Il buon senso non sembra di questa terra… Staremo a vedere. Come disse qualcuno, di certo c’è solo la morte, soprattutto in Italia.

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